24 VOLTE AL SECONDO

24 VOLTE AL SECONDO

coreografia e regia di
Lara Guidetti

montaggio musicale di
Marcello Gori

 

Una produzione Sanpapié

in collaborazione con Caffeine – Incontri con la danza

Spettacolo selezionato nell’ambito del progetto “Next – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo. Edizione 2020”

CAST &
CREDITS

Con attori: Saverio Bari, Cecilia Vecchio

danzatori: Fabrizio Calanna, Sofia Casprini, Luis Fernando Colombo, Matteo Sacco, Lara Viscuso

musiche: Ennio Morricone, Nino Rota

produzione: Sanpapié in collaborazione con Caffeine – Incontri con la danza

Spettacolo selezionato nell’ambito del progetto “Next – Laboratorio delle idee per la produzione e la distribuzione dello spettacolo dal vivo lombardo. Edizione 2020”

Sinossi

IDENTITÀ 2.0

24 volte al secondo è la frequenza di cattura dei fotogrammi che permettono ad una sequenza di immagini di fornire all’occhio umano l’illusione del movimento. Così sulla retina dei nostri occhi il cinema compone e scompone frammenti di storie, luoghi, persone, mondi, ma l’illusione non sarebbe completa se ad accompagnare le immagini non ci fossero i suoni e la musica. Partiamo quindi dall’innovazione che due grandi compositori italiani hanno apportato nella relazione tra musica e immagine: Nino Rota ed Ennio Morricone, che hanno stretto la loro musica ad alcune tra le più belle pellicole d’autore della storia del cinema, nutrendo l’immaginario poetico ed emotivo della popolazione mondiale. Lo straordinario lavoro di questi autori ha portato la musica a compenetrarsi perfettamente con il lavoro di grandi registi rendendola mezzo espressivo “funzionale” al racconto cinematografico in grado di svelare il carattere dei personaggi, illustrare ambienti e atmosfere, rappresentare il legame tra i vari accadimenti (spesso non esplicitato dalle immagini), e in tal modo produrre emozioni. La musica per il cinema, con loro, non è più stata semplice commento o sottofondo ma ha acquisito una vera e propria autonomia narrativa.

Ci addentriamo in questo universo multiforme di personaggi, scene celebri, parole, immagini e paesaggi emotivi danzandone i noti temi, in una giostra dove le storie si rincorrono e si intrecciano, si evocano per poi dissolversi nella successiva.

La musica non accompagna la coreografia in una narrazione unitaria ma ne fornisce le chiavi tematiche per un montaggio evocativo e dinamico dove l’astrazione della danza incontra e si fonde con atmosfere e personaggi di sequenze note.

Il montaggio, tra parti danzate e scene teatrali, è rapido e non premette allo spettatore di sostare a lungo dentro ad una narrazione o affezionarsi ai personaggi ma segue un montaggio a sua volta cinematografico che salta dal tragico al comico, attraversa tempi storici diversi e ribalta l’uso dello spazio scenico. L’unità percepita risiede nella grande produzione musicale dei compositori che omaggiamo e nella capacità che ogni brano ha di arrivare dritto ad un immaginario emotivo comune seppur soggettivo nel ricordo.

 

NOTE DI
REGIA

Lavoriamo fuori dai luoghi teatrali perché la concretezza di edifici architettonici, spazi naturali e borghi pone il lavoro danzato al di fuori dall’astrazione del palcoscenico e si presta ad essere set cinematografico. Il realismo dello spazio, condiviso tra pubblico e performer, ritrova la sensazione di vicinanza che si instaura con lo schermo e permette, allo spettatore, una partecipazione più empatica con l’azione scenica ed ai performer una provocazione viva nell’uso dello spazio performativo. In scena, attori e danzatori si intersecano, entrando gli uni nel linguaggio e nelle scene degli altri, spostando continuamente l’attenzione dalla parola alla danza e viceversa. Solo pochi oggetti e particolari estetici/di costume sono le chiavi simboliche che danno accesso alle diverse visioni. 24 volte al secondo è uno spettacolo che offre al pubblico la sensazione dI trovarsi immerso in una scena o alle prese con personaggi noti che, grazie alla danza, si concedono in una nuova prospettiva poetica.

IPOTESI DI
DISTRIBUZIONE

Il lavoro si presta ad essere rappresentato in molti luoghi diversi, anche in forma itinerante, su 4 spazi adiacenti, in modo che il pubblico possa muoversi fluidamente e senza perdere il ritmo dello spettacolo. Vista la complessa situazione che abbiamo davanti, pensiamo di proporre il lavoro prevalentemente all’aperto, in luoghi che abbiano un valore sociale, culturale ed estetico condiviso: piazze, edifici storici, ville, borghi e tutti quei luoghi che da sempre il cinema ha ricercato come set e sfondi naturali alle proprie scene. Vorremmo creare un’interlocuzione con amministrazioni comunali e regionali, enti, associazioni e palinsesti volti alla riqualificazione e al rilancio di beni culturali e paesaggistici di cui è piena l’Italia. La nostra intenzione non è quella di snaturare gli spazi con allestimenti invasivi ma, al contrario, riportarne alla luce il potenziale poetico, estetico ed immaginifico ridando vita a luoghi che, seppure meravigliosi, non sono oggi molto utilizzati.